
Guru e Responsabilità
Il mercato della spiritualità è sempre più accattivante e sofisticato.
Intanto Guru o Maestri, comunque si voglia chiamarli, non sbagliano mai!
I loro errori sono “prove” che il bravo discepolo “deve” superare, altrimenti non può andare avanti nella sua crescita verso “l’evoluzione”…
Questa convinzione è largamente diffusa in quasi tutti i percorsi spirituali e non.
Anche in molti ambienti di “crescita personale” si riscontra un simile modello, dove l’Insegnante (spesso anche qui definito Maestro) è considerato “illuminato” e riferimento indiscusso di “perfezione” da raggiungere.
Se il discepolo/alunno “sbaglia” (soprattutto se l’errore comporta anche eventuali critiche al Maestro) è sicuramente “colpa dell’ego” (e di tutti i suoi derivati) che impedisce di raggiungere la “vera consapevolezza”!
Sempre nell’ambito della “crescita personale” troviamo proposte di ogni tipo che promettono e, in molti casi, assicurano risultati sorprendenti o anche definitivi a ogni tipo di problema.
All’inizio, per attrarre ad acquistare la propria “merce”, pochi parlano di “responsabilità personale” e spesso, chi accenna qualcosa al riguardo, esprime solo qualcosa di confuso e insufficiente a comprenderne la vera importanza.
Già, perché “sorvolando” sulla responsabilità personale, si evita di porre l’accento sul fatto che le soluzioni a buon mercato e a portata di mano non ce le ha nessuno, e che eventuali risultati sono direttamente connessi alle proprie scelte e ai propri modi e tempi.
Così facendo, si tace un aspetto che potrebbe scoraggiare ad intraprendere un cammino di ricerca, che diventa, invece, più accattivante e comodo se si mettono in evidenza le “vette” che si possono raggiungere nella vita o gli “effetti speciali” dell’essere illuminati, con buone prospettive di “delega permanente” a chi ci propone (o meglio dire propina) soluzioni eccezionali…
Salvo poi tirare fuori l’argomento della responsabilità successivamente quando, delusi da aspettative mancate, si contesta al maestro di turno che: “non è come mi era stato detto!”.
È a questo punto che i guru delle “soluzioni a tutti i problemi” tirano fuori il coniglio dal cappello con frasi ad effetto, tipo: “se non riesci a fidarti di me, come puoi fidarti di te stesso?” oppure “ti sei impegnato fino in fondo?” o “l’hai fatto nel modo giusto?” ecc, ecc…
Oppure scopri che: “sei solo ad un certo punto del percorso” e “ora che sei nel percorso non puoi fermarti, hai una responsabilità verso te stesso” e “fermarti può voler dire, addirittura, tornare indietro, ora tu non sei più lo stesso” ecc, ecc…
Tutto questo, dà un senso di smarrimento e di incompletezza, che si può trasformare (e spesso succede) in un senso di colpa e di fallimento. È un ottimo modo per far si che si resti legati, ben saldi, a chi ci darà questa opportunità “unica” di conoscere noi stessi fino in fondo e, magari per qualcuno, anche di raggiungere le mirabolanti vette della perfezione!
Certo, anche così si può fare tanta strada… basta sia chiara l’operazione di “marketing” che sostiene tali percorsi.
Sono rari gli esempi di chiarezza sulla responsabilità personale, a mio avviso, fondamentale per intraprendere una strada di conoscenza “profonda” di se e del mondo.
Esprimere ciò con chiarezza, dà un forte segnale di ricerca in autonomia e libertà fin da subito, rende difficile la “delega” ad esperti di ogni genere e, sicuramente, scoraggia a creare seguaci e guru di cui è pieno il mondo, dalle grandi religioni al terapeuta personale, passando per tutte le forme di aggregazione spirituali e non, che possiamo osservare impazzare ovunque.
Antonio