L’INTRATTENIMENTO
Quante parole usiamo.
Impariamo presto a recitare per sentirci attori protagonisti della nostra vita.
Partecipiamo, un po’ succubi, un po’ ignari, a questo immenso spettacolo,
a questo interminabile intrattenimento.
Ce lo sussurrano fin dalla nascita.
Lo insegnano a scuola, lo fomentano le religioni.
Ce lo impongono attraverso il lavoro, lo status, la ricchezza economica, la competizione,
che qualcuno definisce anche “sana”.
Ed é così che ci illudiamo di raggiungere qualcosa che non sarà mai abbastanza.
Ci affanniamo tutti per rimanere sulla “grande scena”,
lottando ogni volta per un ruolo migliore,
sperando di uscire più tardi degli altri,
il più tardi possibile.
Divisi da tutto e da tutti, cerchiamo di conquistare il nostro posto nel mondo,
lottando “eroicamente”, con tutto il nostro “valore”.
I burattinai, registi, sceneggiatori e autori del grande eterno spettacolo,
pensano di avere il potere.
Spesso, si fanno chiamare “Dio”.
La loro arma migliore è la distrazione.
La usano attraverso quelli che tutti conosciamo come “mezzi di informazione”.
Quando comprenderemo veramente che le attuali regole del “giogo”
non permetteranno mai un reale cambiamento,
smetteremo di competere e cominceremo a cooperare,
lasceremo andare l’ambizione personale e inizieremo a condividere,
impareremo ad attraversare sereni la sofferenza
e a goderci ogni attimo di eterna felicità.
Chiuderemo il sipario su una scena ormai vecchia
E ne apriremo un altro su una vita più autentica.