Relazione Femminile e Maschile: riflessioni personali e questioni in sospeso
Sento intimamente, che tutto quello che di buono mi posso augurare su questa relazione, la pace, l’armonia, il benessere, il rispetto delle differenze, il dialogo, ecc.., si possa raggiungere solo con una strada che sia frequentata da entrambe le parti, altrimenti non sarà possibile.
Sento questo nella mia esperienza di relazione di coppia, nell’essere madre, nella professione, nell’incontro con gli altri e con il mondo, e specialmente nell’amare me stessa.
Da quale parte iniziare?
Ho portato a consapevolezza l’energia femminile in me attraverso un percorso condotto da una donna straordinaria, Patrizia Terreno, e un cerchio meraviglioso di sorelle.
Ho avuto la fortuna e la disponibilità nel prendermi uno spazio e un tempo per entrare dentro di me, conoscere e vedere l’energia femminile fluire e danzare nella mia esistenza, attraverso il corpo, il movimento, la voce, le relazioni con gli altri, la creatività, la vita quotidiana e ogni mio respiro.
Questo mi ha facilitata nel prendermi la “responsabilità” e l’”autonomia” della mia energia.
Quando mi hanno chiesto che beneficio avessi avuto da quel percorso, istintivamente ho risposto: mi ha avvicinato al maschile dentro e fuori di me.
Assolutamente è impossibile percepire il femminile senza sentire il maschile.
Quando mi sono aperta a cogliere il mistero del mio femminile, che nessuno mi aveva insegnato a guardare e a sentire, progressivamente mi si è svelata anche la mia parte maschile e con attenzione e rispetto l’ho iniziata a riconoscere e intravedere negli uomini che incontravo.
Queste due energie primarie, sono due grandi misteri.
Sono state identificate con donne e uomini, con i loro comportamenti, con la cultura, con le aspettative, con i pregiudizi, con tutto quello che questo sistema ci ha inculcato.
La loro natura profonda, pura e forte, è solo un ricordo pallido e distorto in tutti noi, una piccola traccia da seguire.
Per le donne, la parte dell’umanità identificata con il femminile, iniziare il percorso sembra più semplice. Nel gioco globale il ruolo del femminile è stato quello della vittima. Sapere che hai la possibilità di scegliere di non essere più vittima, ti da una grande motivazione interiore a cercare e a connetterti alla tua energia.
La battuta di arresto, in genere, c’è quando scendi in profondità e vai a cercare di risolvere le domande fondamentali: quale era il vantaggio dell’essere una vittima? e che bisogno c’era che gridava in quel territorio così profondo? e come puoi rispondere a quel bisogno per non tornare più ad essere vittima? Come puoi “essere abile” a “rispondere” (responsabile) ai tuoi bisogni e a renderti autonoma da qualunque principe azzurro vero o immaginario arrivi all’orizzonte?
Qui molte donne abbandonano il cammino, il fantasma del “senso di colpa” si fa sentire, così come l’abitudine a cercare fuori i responsabili e i salvatori delle nostre vite, mentre ci sarebbe proprio in questo momento la grande opportunità di conoscere il lato nascosto della luna e imparare le innumerevoli lezioni che ci fornisce.
Qui ci sarebbe l’occasione dell’incontro con il maschile interiore.
Per gli uomini, l’inizio del percorso è scivoloso e durissimo. Per quei pochissimi che si avventurano il ruolo “sociale” del carnefice fa emergere immediatamente il “senso di colpa”, e la pressione diventa intollerabile a tal punto da rigettare la palla immediatamente fuori di sé, probabilmente su altri uomini (violenti, cattivi, ecc..) o, ancora peggio sulle donne (inferiori, seduttrici, manipolatrici, ecc..).
Io non c’entro. Io sono diverso. Non mi riguarda.
Come possiamo, portatori e portatrici di energia maschile, prenderci la briga di guardare, ascoltare, mettere mano al vasto e terrificante territorio di Barbablù?
Eppure è da li che si comincia. Con grande coraggio, con grande umiltà, con tutta la forza che abbiamo. Ma la questione rimane aperta.
Questo gioco di carnefici e vittime ha fine solo se lo decidiamo, se ci sosteniamo con sincerità, correttezza, disponibilità ad affrontare quello che c’è dentro e fuori.
Ognun* accanto all’altr*
Grazie Simonetta ,chiaro essenziale ,hai colto nel segno,grazie per esserci se ci sei tu ci sono io.